Sapete tutti che cos'è il DVB-T2?
In Italia dal 30 giugno 2022 si dovrà necessariamente disporre di un TV o di un decoder compatibile DVB-T2 HEVC se si vorrà continuare a ricevere i programmi televisivi.
La sigla DVB-T2 indica la seconda generazione dello standard di trasmissione televisiva digitale, il successore della tecnologia DVB-T. Questo nuovo passaggio tecnologico è diventato necessario quando la Commissione Europea ha deciso di liberare la banda di trasmissione dei 700 MHz, che comprende le frequenze tra 694 e 790 MHz, per assegnarle in futuro – tramite un bando di concorso – alle telecomunicazioni mobili 4G e 5G per smartphone e tablet. Il continuo sviluppo della telefonia ha infatti reso necessario trovare nuovi canali e queste frequenze sono particolarmente adatte a penetrare all'interno degli edifici e ad aggirare gli ostacoli architettonici.
l secondo obiettivo è assicurare una maggiore qualità visiva e sonora per i contenuti in alta definizione, dal Full HD all'Ultra HD 4K. Il passaggio al nuovo standard DVB-T2 porta infatti con sé anche l'adozione del codec HEVC a 10 bit (High Efficiency Video Coding, H. 265) . Più efficiente dell'attuale standard MPEG-4 (H. 264), è caratterizzato da una migliore capacità di compressione dei dati senza pregiudicare la qualità. In questo modo, un multiplex (MUX) potrà ospitare più canali rispetto al passato con risoluzioni maggiori. Il codec HEVC supporta infatti immagini in definizione ultra alta, HDR (High Dynamic Range Imaging) e in 3D, fino a 8192×4320 pixel.
Dopo lo storico passaggio dall'analogico al digitale terrestre, quindi, si profila all'orizzonte (in tempi peraltro piuttosto brevi), un nuovo switch-off che, grazie al passaggio al codec HEVC (H.265) permetterebbe di ospitare fino a 11 canali HD (720p) o fino a 5 Full HD (1080p) di una o più emittenti sullo stesso multiplex (MUX), più dei 2 720p o dei 4 in qualità standard di oggi.
Dal 1 gennaio 2020 al 30 giugno 2022 (le tempistiche dipenderanno dalle singole regioni) le emittenti televisive dovranno lasciare le vecchie frequenze per passare alle nuove assegnate. A differenza di ciò che accadde con lo switch off dall'analogico al digitale, in questo caso non è previsto un periodo di trasmissione parallela utilizzando sia DVB-T sia DVB-T2: significa che il giorno in cui, per esempio, i canali RAI effettueranno il passaggio al nuovo digitale terrestre in una determinata regione, se non avrai un TV T2 non vedrai più i suoi canali. La tecnologia DVB-T2 è invece completamente retrocompatibile: non avere quindi paura di passare “troppo presto” al nuovo standard perché riuscirai a vedere anche le trasmissioni di prima generazione DVB-T.
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